Leccia stella (TRACHINOTUS OVATUS)

Descrizione

Nonostante la specie appartenga allo stesso genere del permit, Trachinotus falcatus , il suo corpo è meno alto pur restando tendenzialmente ovale e compresso. Il muso è breve e la bocca piccola e lievemente obliqua, è munita di denti minuti, conici e ricurvi. La prima dorsale è costituita da 6 corti raggi spinosi. La seconda dorsale è identica come forma e lunghezza alla pinna anale. La caudale è incisa con i lobi lunghi e acuti, che prolungandosi idealmente con gli apici della dorsale e dell'anale formano una sorta di grande X. La colorazione è grigio-verdastra sul dorso, argentea sui fianchi. Lungo la metà anteriore della linea laterale si allineano 3-5 macchie scure verticali di colore verdastro. Gli apici dei lobi della caudale e quelli delle pinne dorsale e anale sono neri.

Dimensioni medie

20-35 cm (massimo 70 cm).

Distribuzione

Mediterraneo e oceano Atlantico orientale dal golfo di Guascogna all'Angola.

Habitat

Acque pelagiche, ma spesso compare in gran numero in prossimità delle coste.

Comportamento

Gregaria forma banchi che arrivano sino a un centinaio di individui. Si riproduce in primavera ed estate.

Alimentazione

Si nutre di piccoli invertebrati e di pesci.

Tecniche di pesca

A traina in superficie o a mezz'acqua. Le esche possono essere tanto naturali (piccoli pesci quali acciughe, cefaletti o latterini) quanto artificiali, per esempio piume e cucchiaini. Questi ultimi vanno trainati a mezz'acqua mentre le piume danno migliori risultati nella traina superficiale. La velocità di traina non dovrebbe superare i 2-3 nodi e l'azione di pesca dovrà svolgersi su fondali rocciosi o in vicinanza di secche e promontori soprattutto se vicini a praterie di posidonie.

In cucina

Valgono le stesse indicazioni date per la leccia comune.